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30/03/2011
Treviso

LO SMOG PROVOCA OGNI ANNO 7 MILA MORTI NELLA PIANURA PADANA
E NESSUNO INTERVIENE


“Ridurre le emissioni in atmosfera dei veicoli a motore dovrebbe essere il primo obiettivo di tutela della salute pubblica della nostra giunta e delle altre regioni della pianura padana. Purtroppo, invece, è l’ultimo pensiero della politica regionale”.
La denuncia è di Diego Bottacin, consigliere regionale di “Verso Nord – Un’Italia più vicina all’Europa” che punta il dito contro le decisioni della giunta del Veneto che non presta abbastanza attenzione alla salute dei cittadini.
“Il Centro europeo ambiente e salute dell’Organizzazione Mondiale della Sanità – aggiunge – ha valutato che nella Pianura Padana muoiono prematuramente ogni anno 7 mila persone a causa dei danni provocati dallo smog. In Italia, poi, ogni cittadino perde in media 9 mesi di vita per l’esposizione alle polveri sottili. Considerando i soli 30 capoluoghi di provincia della Pianura Padana è come se sparisse un paese ogni anno. Un dato drammatico a cui nessuno, però, da rilevanza. Perché?”.
Il Centro di Ricerca Polaris del Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e del Territorio dell’Università Milano-Bicocca ha inoltre avviato una serie di sperimentazioni che, se sono comunque ancora lontane dal provare se e come l’inquinamento atmosferico causa alterazioni genetiche dell’uomo, ha comunque valutato che il particolato atmosferico genera per certo un effetto vasocostrittore: interagendo con le cellule dei vasi sanguigni le particelle ultrafini potrebbero avere lo stesso effetto del fumo di sigarette che altera le proprietà delle arterie aumentando il rischio cardiovascolare.
“Sono troppe le questioni lasciate in sospeso o non valutate dalla giunta Zaia – prosegue Bottacin -. Le scelte effettuate fino a questo momento hanno messo in luce una limitata capacità di programmazione a lungo periodo. Si è lavorato con respiro breve per arginare l’emergenza, non a piani di intervento a lungo respiro come invece è stato fatto in altre città europee, come ad esempio Amburgo”.
In base ad un’indagine di Legambiente, infatti, è risultato che la città tedesca si è dotata negli ultimi 10 anni di una politica di qualità ambientale integrata con target precisi, riducendo così complessivamente le emissioni. Amburgo, infatti è stata dichiarata “green city 2011” della Commissione Europea. Oltre a mostrare un trend di riduzione delle polveri di CO2 nei vari settori (-61,2% nell’edilizia municipale e -15,4% nel trasporto dal 1991 al 2005) si è data target ambiziosi (rispettivamente -55,8% e -36,6% dal 2005 al 2010) rinnovando per esempio il parco automobilistico e nel contempo migliorando il trasporto pubblico e in bicicletta, oltre al fatto che la mobilità pedonale è pari al 25% grazie a un ottimo sistema di trasporto pubblico e a quasi la metà delle strade con velocità limitate ai 30 km. Inoltre si ricostruiscono e ristrutturano intere porzioni di città creando nuovi ecoquartieri.
“Scelte certo coraggiose – aggiunge Bottacin – ma comunque di lungo periodo e che oggi hanno fatto diventare Ambugo modello per l’Europa. Noi invece, stiamo al palo: ad esempio il trasporto pubblico locale è vecchio, sgangherato, privo di ogni scelta innovativa. Oltretutto in Veneto non esistono provvedimenti antismog in nessuna città, la Regione non ha avviato programmi unitari, ci si è fermati ad un ridicolo “fai da te” dei comuni (come ad esempio a Treviso, dove lo stop del traffico è stato snobbato da tutti senza controlli o sanzioni per nessuno)”.
Non ci sono, prosegue il consigliere di “Verso Nord”, incentivi alla riconversione del parco mezzi pubblici (bus) e privati (camion) come in altre regioni; non si è pesato ad un’aggregazione dei servizi pubblici su scala metropolitana, lasciando via libera al provincialismo leghista e alla logica di campanile.
“Dobbiamo intervenire per favorire migliori tecnologie di veicoli e carburanti – suggerisce Bottacin -, avviare ispezioni obbligatorie per auto e furgoni, incentivi fiscali per aumentare la mobilità pubblica, aiuti ai pendolari perché preferiscano i mezzi pubblici all’auto privata. E più piccole sono le città, più i danni sono gravi”.
Geoffrey West dell’Istituto di Santa Fe (Nuovo Messico) ha infatti presentato uno studio da cui risulta che  una città quanto più è grande, tanto meno inquina e consuma.  Più persone concentrate in uno spazio minore possono infatti sfruttare quello che viene chiamato: “economia di scala” e che include ad esempio strade, riscaldamento, servizi...


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